Garbi di Banca Sistema: Titoli di Stato italiani sfidano la Borsa, riflessioni sull’Economia e Preoccupazioni sulla BCE

Gianluca Garbi, l’amministratore delegato di Banca Sistema, ha condiviso le sue opinioni sull’attuale situazione economica, affermando che i titoli di Stato italiani (Btp) stanno facendo concorrenza alla Borsa. L’istituto si concentra principalmente sull’attività di factoring, che ha generato volumi per 2.477 milioni nei primi sei mesi dell’anno, con una crescita del 18% rispetto al 2022.

Garbi sostiene che Banca Sistema funge da “proxy del rischio pubblico”, in quanto investe principalmente in crediti commerciali vantati verso la pubblica amministrazione. Tuttavia, nonostante questa specializzazione, l’utile netto della banca è diminuito a 7,5 milioni rispetto ai precedenti 12,21 milioni. Garbi spiega che ciò è dovuto in parte alla cessione del quinto, un’attività con un debito a lungo termine di 3 anni e mezzo, il cui adeguamento dei tassi è stato più lento rispetto al mercato.

Nell’intervista si discute anche della politica restrittiva della Banca Centrale Europea (BCE) e sottolinea le preoccupazioni di Garbi riguardo a una possibile recessione. Moltissime imprese, grazie alle garanzie pubbliche, si sono indebitate fortemente e la ripresa economica sembra fragile. Garbi spera che la BCE riduca i tassi per sostenere i consumi e prevenire un colpo duro all’economia reale.

Infine, menziona il fatto che Banca Sistema ha spostato la maggior parte della raccolta di fondi all’estero, affermando che in Italia la concorrenza con i titoli di Stato tassati al 12,50% è sfavorevole, mentre all’estero tutto va in dichiarazione dei redditi. Tuttavia, Garbi nota che la tassa sugli extraprofitti avrà un impatto quasi nullo sulla loro banca.

Inoltre, Garbi condivide la sua opinione sulla tassa sugli extraprofitti, suggerendo che sarebbe stato preferibile intervenire per aumentare la remunerazione sui conti correnti. L’intervista termina con le opinioni di Garbi sulla manovra di governo, indicando che, secondo lui, non mette a rischio i conti pubblici ma avrebbe potuto fornire più sostegno alle imprese. Inoltre, si parla dell’incudine del Superbonus, che Garbi ritiene difficile da gestire in quanto avrebbe potuto danneggiare il settore delle costruzioni se fosse stato tolto di colpo.

Infine, Garbi esprime preoccupazione per un possibile problema di credit crunch a seguito di una recessione economica e del termine delle garanzie pubbliche, sottolineando l’importanza di mantenere i flussi di denaro verso le imprese.

di Nicoletta Bortolozzo