Approvata la cessione di Quota di Poste Italiane: focus sul controllo Pubblico e possibile privatizzazione della Eni.

Poste Italiane annuncia fusione con Address Software per ottimizzare operazioni Tecnologiche

Il governo ha ottenuto l’approvazione per la cessione di una quota di Poste Italiane detenuta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), mantenendo comunque il controllo. Il consiglio dei ministri ha dato il via libera a un provvedimento che regolamenta la vendita di una parte della partecipazione detenuta dal Mef nel capitale di Poste Italiane, con l’obiettivo di garantire una partecipazione statale, anche indiretta, che assicuri il controllo pubblico. Il governo sottolinea che le modalità di alienazione mireranno a favorire la tutela dell’azionariato diffuso e la stabilità dell’assetto proprietario.

Questo passo rappresenta un’accelerazione nel capitolo delle privatizzazioni, e la prossima potrebbe coinvolgere Eni, con il governo che valuta la cessione del 4% dell’azienda, con un potenziale incasso di 2 miliardi di euro. Tuttavia, questa operazione sarebbe condotta solo dopo il completamento del piano di buyback di Eni, previsto entro aprile.

Parallelamente, il Consiglio di Amministrazione di Poste Italiane ha dato il via libera al progetto di fusione con Address Software S.r.l., un’azienda specializzata nel trattamento dei dati anagrafici e territoriali. La società, nata nel 1999 a Verona, ha acquisito rilevanza nazionale offrendo pacchetti applicativi e soluzioni personalizzate per il trattamento dei dati territoriali. Dal 2003 fa parte del Gruppo Poste Italiane attraverso l’associata Postel, contribuendo alle attività di postalizzazione. La fusione è finalizzata a standardizzare, evolvere ed ingegnerizzare i processi di funzionamento delle piattaforme tecnologiche del gruppo, oltre che a migliorare l’efficienza e la razionalizzazione della struttura operativa.