Tempi duri per le start up? Se in linea generica le start up sono state scioccate dal crollo della SVB poiché nessun’altra banca aveva mai accolto i depositi e soprattutto concesso prestiti a iniziative tanto rischiose come quelle che caratterizzano le start up, non è vero che tutta la categoria ha sofferto in blocco, anzi, il venture capital è cresciuto quasi il doppio rispetto al 2021.
Il settore è in flessione
Di fatto è vero che il settore dell’innovazione, prima ancora del crollo di SVB, era in flessione a causa dell’aumento del costo del denaro, cosa che ovviamente ha comportato una minore propensione al rischio, ma è altrettanto vero che in Italia si è verificata una vera e propria controtendenza del settore.
Nel 2022 infatti il mercato nazionale del venture capital è cresciuto quasi il doppio rispetto al 2021, un andamento in positivo il cui merito è da assegnare alla forte capitalizzazione dello strumento del venture capital, che ha portato le start up a soffrire di pochi indebitamenti.
Chiaro è che l’Italia non può comunque considerarsi esente dallo scotto da pagare a livello mondiale: anche per le start up nazionali infatti il livello di accesso al credito si è alzato notevolmente e ora, dopo un lungo periodo in cui l’eccessiva liquidità del venture capital gonfiava le valutazioni, l’era dei tassi a zero è finita.
Ottenere i fondi
Oggi dunque non è più così facile ottenere i fondi per avviare e mantenere una start up, la forte selezione sulla loro qualità e valore effettivo servirà da sprone per perfezionare i progetti e porterà a una scrematura naturale delle vaie realtà innovative.
Nel frattempo anche la fiscalità cambia le proprie regole del gioco e ora mantenere nel tempo gli allettanti sgravi fiscali non sarà così facile: se si potrà prorogare di 12 mesi la registrazione nel registro delle start up innovative, non si potranno mantenere invariati i benefici che ne derivano, ovvero lo sconto fiscale che in alcuni casi arriva al 50%.
Gli sgravi
Per poter usufruire di eventuali sgravi sarà necessario registrarsi anticipatamente al registro delle PMI innovative, ma per farlo è indispensabile aver sottoposto in forma volontaria il proprio bilancio a revisione: una complicazione che non gioverà alle start up ma che allo stesso tempo le forzerà ad avere sotto controllo la propria realtà e ad anticiparne l’andamento.