Nuovi sviluppi nella disputa tra la famiglia Boscaini e il patron di Diesel per il controllo della quotata Masi e la reputazione dell’Amarone.
La contesa sulla gestione e il futuro dell’Amarone ha preso una svolta significativa nella lunga e accesa battaglia tra la famiglia Boscaini, detentrice del 73,5% di Masi, e Renzo Rosso, il magnate della moda noto per Diesel, socio con il 10% tramite Brave Wine.
Masi ha reagito energicamente, rafforzando la sua governance con l’istituzione di una commissione di esperti legali specializzati in diritto civile e commerciale. Tale mossa è mirata a fronteggiare il contenzioso in corso con Rosso, che nel 2022 era entrato nel capitale e nel consiglio di amministrazione del gruppo vitivinicolo prima di dimettersi nel marzo 2023, a seguito di divergenze con i Boscaini.
La disputa, che si è estesa a incontri assembleari e azioni legali, ha visto entrambe le parti avanzare accuse reciproche e promuovere azioni giudiziarie. Rosso ha presentato due cause a Venezia e a dicembre ha depositato un terzo atto di citazione a Verona, chiedendo danni reputazionali a Masi.
La risposta di Sandro Boscaini è stata tempestiva: Masi ha istituito un collegio di esperti incaricato di valutare possibili azioni legali contro Renzo Rosso e le sue società, Red Circle e Brave Wine Società Agricola. Questo team avrà anche il compito di individuare altri soggetti coinvolti in una presunta campagna denigratoria nei confronti di Masi, con gravi conseguenze per l’immagine e la reputazione dell’azienda.